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– Contratto a tempo determinato: quando il lavoratore ha diritto alla Naspi, la nuova indennità di disoccupazione? –

Se hai un contratto a termine di breve durata e pensi di non aver diritto alla disoccupazione, per te c’è una buona notizia: con la Naspi, la nuova indennità di disoccupazione, i requisiti richiesti per il diritto al trattamento sono molto più facili da raggiungere, rispetto alle vecchie Aspi, Mini Aspi e DS (le precedenti prestazioni per i disoccupati).

Naspi: i requisiti richiesti

In particolare, per aver diritto alla Naspi è necessario possedere:

– almeno 13 settimane di contributi nei 4 anni che precedono la disoccupazione;

– almeno 30 giornate lavorate nell’anno.

Una bella differenza rispetto alla vecchia Aspi, per la quale erano richiesti almeno 2 anni di anzianità contributiva e 52 settimane di contributi versate nell’ultimo biennio. I requisiti richiesti si avvicinano, invece, a quelli previsti per la precedente Mini Aspi, cioè la disoccupazione a requisiti ridotti: per raggiungere il trattamento, erano infatti necessarie 13 settimane di lavoro, svolte, però, negli ultimi 12 mesi e non negli ultimi 4 anni.

Ora, col nuovo requisito di 13 settimane di contributi nei 4 anni precedenti, l’indennità di disoccupazione è facilmente raggiungibile anche dai lavoratori con contratto a termine di breve durata, compresi, dunque, gli stagionali.

Bisogna comunque sottolineare che non contano le settimane di contributi che hanno già dato luogo a un trattamento di disoccupazione, anche se si è trattato della vecchia Ds, Ds a requisiti ridotti, Aspi o Mini Aspi. In pratica, se, delle 13 settimane contribuite negli ultimi 4 anni, almeno una è stata utilizzata per una precedente prestazione di disoccupazione, il lavoratore non ha diritto alla Naspi.

Naspi: quanto dura per chi ha un contratto a termine?

La durata della Naspi è calcolata in modo differente rispetto alla vecchia Aspi, ma in modo molto simile alla Mini Aspi: nel dettaglio, si ha diritto al trattamento per un periodo corrispondente alla metà delle settimane contribuite. Ad esempio, se Tizio, negli ultimi 4 anni, ha avuto un contratto a termine per 4 mesi (e le settimane di contributi non hanno già dato luogo a un altro trattamento di disoccupazione), ha diritto alla Naspi per 2 mesi.

L’ammontare della prestazione, invece, dipende dall’imponibile medio mensile: per determinarlo, si devono sommare i redditi imponibili degli ultimi 4 anni, dividere la cifra ottenuta per il numero di settimane di contributi e moltiplicare il risultato per il numero 4,33 (per rapportare l’indennità al mese, perché un mese, per l’Inps, vale 4,33 settimane). Se l’imponibile medio mensile così ottenuto è. pari o inferiore a 1.195 euro, la Naspi ammonta al 75% dell’importo (ad esempio, se l’imponibile medio è pari a 1000 euro, la Naspi sarà pari a 750 euro). Se, invece, l’imponibile medio è maggiore di 1.195 euro, l’indennità Naspi deve essere così calcolata: 75% di 1.195 euro, più il 25% della differenza tra 1.195 euro ed il maggior importo, sino ad un limite massimo di 1.300 euro di assegno.

Pertanto, si può ottenere un buon assegno di disoccupazione anche con un contratto a tempo determinato di breve durata, se è alta la retribuzione: sarà limitata, tuttavia, la durata della prestazione.

Fonte: Noemi Secci da http://www.laleggepertutti.it

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