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– Se intendi fare un prestito ad un amico e garantirti nel caso in cui questi non te li restituisca segui questi consigli legali –

Difficile dire di no a un parente o un amico che ti chiede dei soldi in prestito, ma è altrettanto difficile recuperarli se poi questo si defila e finge di nulla quando ti vede. Secondo, infatti, un vecchio detto popolare, quando si prestano soldi a un amico, si perdono sia i soldi, sia l’amico. Ma, se contro la prima evenienza la legge nulla può, per evitare invece di rinunciare al denaro esistono una serie di soluzioni che elencheremo qui di seguito.

Il contratto con cui si prestano i soldi

Quando prestiamo dei soldi a qualcuno stiamo stipulando un contratto di mutuo. Sia che il prestito avvenga senza firmare un atto scritto (e, quindi, con un accordo verbale e una stretta di mano), sia che invece ci sia una scrittura privata, si tratta di un contratto tipico, ossia disciplinato già dal codice civile. Questo non esclude, certo, la possibilità di personalizzare tale contratto, includendo specifiche garanzie o escludendole.

Dunque, il fatto di non mettere nulla per iscritto non significa che non stiamo compiendo un’azione rilevante per il diritto: il documento cartaceo serve solo a evitare dubbi che, in futuro, potrebbero dividere le parti in merito all’interpretazione degli accordi conclusi oralmente. Ecco perché è sempre più prudente formalizzare il tutto in una scrittura privata. Scrittura privata che non deve essere né registrata, né autenticata da un notaio. Insomma, il mutuante (chi dà i soldi in prestito) e il mutuatario (chi li riceve) possono, in piena autonomia, scrivere un contratto con il computer, stamparlo su carta in due copie, firmarle entrambe e scambiarsele.

Con ciò fughiamo anche i dubbi di chi ritiene che i mutui possono essere accordati solo dalle banche: la legge non vieta a un privato di dare soldi in prestito a un altro privato. Si tratta di un’operazione pienamente lecita. L’importante è che il prestito non avvenga a tassi d’interesse da usura e che non diventi una professione abituale (in tal caso sì che bisogna essere una banca).

Un ultimo importante chiarimento prima di spiegare come tutelarci quando prestiamo soldi a un amico.

Il contratto può prevedere che, quale compenso del prestito, il mutuatario ci paghi gli interessi periodico (mensili, semestrali, annuali, ecc.); in tal caso il mutuo si dice a titolo oneroso: viene cioè previsto un corrispettivo a fronte del nostro impegno economico.

Se, invece, il mutuatario si impegna a restituirci solo la somma inizialmente prestatagli, senza interessi, il contratto si dice a titolo gratuito. La disciplina non cambia sia nell’una che nell’altra ipotesi.

Scrivere un contratto di mutuo

Un primo sistema per tutelarsi in anticipo, nel caso in cui prestiamo soldi a un parente o a un amico, è di mettere tutto per iscritto, firmare cioè un contratto di mutuo. Il contratto può essere molto semplice. L’importante è indicare questi elementi:

  • nome e cognome delle parti, con le relative generalità
  • importo dato in prestito
  • data di restituzione dei soldi. Se non viene prevista una data di scadenza, la restituzione è dovuta a semplice richiesta del mutuante.

Se nulla viene stabilito in ordine al pagamento degli interessi, il contratto si considera automaticamente a titolo oneroso e, pertanto, gli interessi sono sempre dovuti. La conseguenza è molto importante nel caso di accordo verbale: in tale ipotesi, infatti, il beneficiario della somma dovrà corrispondere gli interessi non sussistendo il patto contrario che specifichi la gratuità dell’operazione.

Perché è importante il contratto scritto?

Avere tra le mani un contratto è molto importante sia il debitore che il creditore:

  • il creditore ha un documento scritto che, se presentato a un giudice, gli consente di ottenere un decreto ingiuntivo senza bisogno di fare cause: ciò accelera notevolmente i tempi per il recupero del credito;
  • il debitore ha la possibilità di specificare, nel contratto, la gratuità del mutuo e il termine per la restituzione della somma. Se, infatti, nulla risulta in merito e tutto viene lasciato a una dichiarazione verbale delle parti, il creditore ha diritto sia agli interessi, sia a chiedere la restituzione dei soldi in qualsiasi momento.

Ecco perché, se vogliamo tutelarci in caso di un prestito fatto a un parente o a un amico, possiamo convincerlo del fatto che il contratto scritto è anche a suo beneficio.

Il facsimile di contratto per prestare soldi

Ecco un esempio di una scrittura privata di mutuo.

Contratto di mutuo

Il sig. …, nato a …, il …, e residente in …, di seguito denominato “mutuante” dà in prestito al sig. …, nato a …, il …, e residente in …, di seguito denominato “mutuatario”, la somma di euro …  [in numeri arabi] (leggasi …. [in lettere]), a titolo di mutuo.

Il presente prestito è a titolo gratuito e, pertanto, il mutuatario non dovrà versare interessi [oppure: Il mutuatario si impegna a versare gli interessi sul capitale prestato nella misura del …% con cadenza … mensile/trimestrale/semestrale ecc.].

Il mutuatario si impegna a restituire la somma avuta in prestito secondo le seguenti modalità … [specificare se la restituzione dovrà avvenire in un’unica soluzione, indicando il giorno, il mese e l’anno entro il quale dovrà avvenire restituzione; oppure se la restituzione potrà avvenire con pagamento rateale, indicando gli importi delle singole rate e le relative scadenze].

Il bonifico

Se firmare il contratto scritto ci sembra poco delicato per via degli stretti rapporti che ci legano al mutuatario, cerchiamo quantomeno di lasciare traccia del pagamento dimodoché un domani non ci troveremo sprovvisti della prova del passaggio del denaro. Dunque, è importante utilizzare un pagamento tracciabile, che avvenga con bonifico bancario o con assegno non trasferibile. Peraltro, con le nuove norme, se il prestito supera 3mila euro il passaggio dei soldi non può avvenire in contanti, ma è sempre necessario utilizzare un sistema di pagamento tracciabile.

Nel caso di bonifico, potremo utilizzare una causale abbastanza generica come: prestito fruttifero (se prevede il pagamento di interessi) oppure prestito infruttifero (se non prevede il pagamento di interessi).

La presenza di un bonifico quale unica prova del prestito di denaro non ci consente di ottenere un decreto ingiuntivo; per cui, in caso di mancata restituzione della somma, dovremo impiantare una causa ordinaria, coi suoi tempi e costi. E se nel frattempo il debitore intesta tutti i suoi beni a un’altra persona? Esistono dei modi per tutelarsi.

Un assegno o una cambiale

Il sistema migliore per garantirsi in caso di prestito di denaro a terzi è farsi rilasciare una cambiale con data di scadenza identica a quella della scadenza del mutuo. La cambiale fungerà da garanzia: per cui, se il debitore non restituisce la somma alla scadenza concordata, potremo avviare direttamente un pignoramento senza bisogno né di una causa, né di un decreto ingiuntivo. La cambiale è infatti un titolo esecutivo e ha la stessa forza di un provvedimento del giudice.

L’emissione della cambiale rende anche superfluo il contratto scritto, anche se la sua presenza funge sempre da ulteriore garanzia per le parti.

Spesso si ricorre a un assegno postdatato. È bene però chiarire che questo, seppur lecito da un punto di vista penale, è un illecito tributario. Con la conseguenza che, non essendo stata regolarizzata l’imposta di bollo, non potrà essere riscosso prima della data in esso riportata, anche se il debitore appare insolvente in un momento anteriore e non paga le rate.

L’ipoteca

Per prestiti particolarmente elevati, il debitore può acconsentire a rilasciare un’ipoteca su un immobile di proprietà. Il creditore, in questo modo, avrà un privilegio, rispetto ad eventuali altri creditori, sul bene ipotecato. In pratica, cosa significa? Il creditore è ugualmente obbligato a fare una causa per ottenere un ordine di pagamento da parte del giudice (causa durante la quale dovrà dimostrare il proprio diritto, con tutte le considerazioni che abbiamo appena fatto); ma, al momento del pignoramento, potrà mettere in vendita l’immobile ipotecato e sul ricavato sarà preferito ad eventuali altri creditori. Inoltre, se il debitore vende la casa, l’ipoteca si trasferisce sul nuovo titolare.

Fonte: La Redazione di http://www.laleggepertutti.it

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