– Rischi dell’evasione fiscale: quando il comportamento è reato e quando scatta il pignoramento dei beni –
Probabilmente anche tu ti sarai, prima o poi, chiesto: cosa succede se non si pagano le tasse? La risposta potrebbe apparire abbastanza scontata in prima battuta: chi non paga le tasse commette evasione fiscale. Ma l’evasione fiscale è diversamente punita a seconda del tipo di tributo non versato e dell’importo sottratto allo Stato.
La legge infatti stabilisce delle soglie di evasione superate le quali l’evasione è reato. Al di sotto, però, chi non versa i tributi all’erario subisce solo sanzioni di carattere pecuniario, di tipo amministrativo. Nessun procedimento penale, quindi; nessuna condanna; nessuna fedina penale macchiata. La conseguenza più immediata e diretta è un procedimento di riscossione esattoriale per il recupero del credito. Tradotto in parole semplici significa che il contribuente riceverà la notifica delle famigerate cartelle esattoriali e subirà il pignoramento dei propri beni. E chi è nullatenente cosa rischia? Come vedremo a breve, non è necessario non avere alcun bene intestato per sfuggire al pignoramento.
Ma procediamo con ordine e iniziamo a comprendere cosa succede se non si pagano le tasse.
Che differenza c’è tra tasse e imposte?
Quando ci chiediamo cosa rischia chi non paga le tasse, stiamo in realtà usando un termine poco appropriato. La parola corretta dovrebbe essere “tributi”. I tributi sono tutte le somme che i contribuenti versano allo Stato, alla Pubblica Amministrazione, agli enti locali come Comuni, Regioni e Province.
I tributi, a loro volta si distinguono in tasse e imposte. Vediamo qual è la differenza tra questi due concetti:
- tasse: sono gli importi che vengono erogati a fronte di uno specifico servizio richiesto dal cittadino. Gli importi riscossi a titolo di tassa servono poi a finanziare il servizio stesso. Si pensi alla tassa sulla gestione dei rifiuti urbani, a quelle sull’istruzione o sulla sanità. Ad esempio, paga il ticket solo chi ha bisogno di una prestazione medica. La tassa ha quindi una correlazione specifica con una determinata attività, svolta dallo Stato o da qualsiasi altro ente pubblico, richiesta dal contribuente;
- imposte: tali importi non sono collegati a uno specifico servizio. Si tratta di prelievi fatti sulla generalità dei contribuenti in proporzione alle rispettive capacità contributive. Si pensi all’Irpef, all’Imu, all’imposta di registro, ecc. Quando paghiamo un’imposta, noi non sappiamo in concreto cosa andremo a ricevere in cambio. Lo Stato è peraltro libero di distribuire le somme riscosse nei suoi svariati apparati, senza dover per forza finanziare uno specifico servizio.
Il problema dell’evasione fiscale dunque si pone in generale per tutti i tributi, ossia tanto per le tasse quanto per le imposte.
Cosa rischia chi non paga le tasse?
Vediamo quali sono le conseguenze dell’evasione fiscale, non solo quella che interessa le tasse ma anche le imposte.
Possiamo, in prima battuta, dire che chi non paga i tributi allo Stato o agli enti locali si vedrà innanzitutto notificare un avviso di accertamento: si tratta di una diffida con cui l’amministrazione intima al contribuente il versamento delle somme dovute o gli contesta l’irregolarità commessa, dandogli un tempo prestabilito per regolarizzarsi, pagando gli importi dovuti.
Nell’avviso di accertamento vengono conteggiati, oltre alle somme sottratte all’amministrazione, anche le sanzioni e gli interessi.
Quindi, possiamo già dire che chi non paga tasse e imposte subisce ciò che comunemente viene detta “mora”, ossia l’applicazione disanzioni pecuniarie. Il che significa che l’importo lievita, a volte in modo assai consistente.
Si tratta di sanzioni di carattere amministrativo; più propriamente si parla di sanzioni tributarie. Queste cadono in prescrizione dopo 5 anni da quando vengono comunicate, indipendentemente dal tempo più lungo di prescrizione del relativo tributo. Ad esempio, se anche l’Irpef si prescrive in 10 anni, le sanzioni hanno sempre una prescrizione di 5.
Dunque, il mancato pagamento delle tasse implica sempre l’applicazione di sanzioni tributarie. Quando però si superano determinate soglie, oltre alle sanzioni tributarie scattano anche le sanzioni penali. Come vedremo infatti a breve, la legge prevede che l’evasione fiscale diventi un reato solo a partire da determinati importi.
Le sanzioni tributarie possono essere ridotte se si paga entro il primo anno dall’accertamento. È il meccanismo premiale del cosiddetto ravvedimento operoso. In linea generale, per tutti i tributi è previsto l’aumento delle sanzioni all’aumentare del ritardo nel pagamento.
Cosa succede se non si paga l’avviso di accertamento?
L’avviso di accertamento è impugnabile dinanzi al giudice se non è corretto o se è il frutto di un errore.
Nel caso in cui l’accertamento non venga contestato, divenendo così definitivo e non più impugnabile, l’ente titolare del credito (ad esempio l’Agenzia delle Entrate, il Comune, ecc.) forma un documento, il cosiddetto ruolo. Nel ruolo, l’ente attesta il proprio diritto di credito, l’importo dovuto dal contribuente, l’imposta o la tassa non versata, l’annualità a cui questa si riferisce. Il ruolo viene poi trasmesso all’Agente per la Riscossione Esattoriale affinché avvii tutte le procedure per recuperare il credito.
L’Agente per la Riscossione Esattoriale (anche noto come Esattore) è, per i crediti dello Stato, Agenzia Entrate Riscossione. Invece, per i crediti degli enti locali (Comuni, Province, Regioni) vengono di solito incaricate società private con cui l’amministrazione ha stretto apposita convenzione.
L’Esattore, una volta ricevuto l’incarico della riscossione, provvede notificare la cartella esattoriale al contribuente intimandogli il pagamento. La cartella esattoriale contiene tutti i dettagli dei tributi dovuti, delle relative sanzioni e degli interessi;
A volte non c’è bisogno della cartella esattoriale. In presenza di avvisi di accertamento immediatamente esecutivi (quali sono quelli che emette l’Agenzia delle Entrate o l’Inps), il contribuente riceve infatti solo una lettera di presa in carico, con cui l’Esattore comunica di aver ricevuto il compito di avviare la riscossione.
Cosa succede se non si paga la cartella esattoriale?
In assenza di pagamento della cartella esattoriale o di ricorso, l’Esattore provvede ad avviare le:
- procedure esecutive: viene cioè attivato ilpignoramento dei beni del debitore, ma non prima di 60 giorni dalla notifica della cartella stessa (anche se a volte trascorre molto più tempo, così tanto da far andare in prescrizione il credito);
- le procedure cautelari: si tratta delle ipoteche sugli immobili o del fermo amministrativo sull’auto.
Chi però è nullatenente non rischia alcuna conseguenza. Nullatenente non significa non avere alcun bene intestato. La legge infatti, a tutela della sopravvivenza dei debitori, stabilisce alcuni beni che non possono essere mai pignorati. Tra questi c’è ad esempio la prima casa, la pensione minima (quella cioè inferiore a mille euro o al doppio dell’ammontare dell’assegno sociale), i quattro quinti dello stipendio e così via. Per una disamina più completa dell’argomento si rinvia a Cosa rischi se sei nullatenente.
Se non si pagano le tasse scatta il penale?
La legge definisce vari tipi di reati tributari distinti in base alla gravità. Ecco i principali:
- dichiarazione infedele;
- dichiarazione omessa;
- dichiarazione fraudolenta;
- omesso versamento Iva;
- omesso versamento di ritenute;
- emissione di fatture false;
- occultamento o distruzione di documenti contabili;
- utilizzo di fatture false;
Per ciascuno di questi reati vige una diversa disciplina. In questa sede ci limiteremo a dire che:
tali comportamenti integrano reato solo quando si superano determinate soglie di evasione;
la legge prevede un diverso trattamento sanzionatorio a seconda del reato.
Si prenda, ad esempio, la dichiarazione infedele. È il caso di chi incassa dei compensi senza denunciarli al fisco ossia senza riportarli nella dichiarazione dei redditi. Il reato scatta solo se:
- l’imposta evasa è superiore a 100mila euro;
- e i redditi non dichiarati superano il 10% del totale o comunque i 2 milioni di euro.
Al di sotto di tali importi si rischia solo l’accertamento fiscale con le sanzioni tributarie di cui abbiamo parlato sinora, con conseguente riscossione esattoriale. Al di sopra, invece, oltre alle sanzioni tributarie e all’esecuzione forzata, si rischia anche ilprocedimento penale e il sequestro preventivo dei beni.
Si consideri anche la dichiarazione omessa. È il caso di chi non presenta la dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate. Il reato però scatta solo se l’imposta evasa è superiore a 50mila euro. Anche qui, superata tale soglia si subisce il procedimento penale; diversamente ci sono solo sanzioni tributarie.
L’utilizzo di fatture false invece è sempre reato, anche quando la fattura è di 1 solo euro.
Fonte: www.laleggepertutti.it